Storia dell'orzo
L'orzo comune (Hordeum vulgare L.) deriva dalla pianta selvatica Hordeum spontaneum. Diversi reperti della Mezzaluna Fertile indicano che l'orzo è stato addomesticato 10.000 anni fa ed è considerato una delle colture pioniere dell'agricoltura del Vecchio Mondo (Badr et al., 2000). La coltivazione dell'orzo è presente in diverse parti del mondo. Alcuni esperti sostengono che la sua origine precisa sia sconosciuta (Harlan, 1979), mentre altri ritengono che abbia avuto origine nella regione del Mediterraneo orientale (1). In generale, le sue origini risalgono al 5000 a.C. in Egitto, al 3000 a.C. nell'Europa nord-occidentale, al 2350 in Mesopotamia e al 1500 a.C. in Cina. Per gli Ebrei, i Greci e i Romani, l'orzo era la pianta principale utilizzata per la produzione di pane nel periodo 1500-1600 (XVI secolo) (2). È interessante notare che l'orzo era usato come moneta nell'antica Mesopotamia (3).
Informazioni sulla pianta
L'orzo rientra nella top 4 della produzione mondiale di cereali insieme a mais (Zea maize L.), frumento (Triticum aestivum L.) e riso (Oryza sativa L.) (Carena, 2009). Più precisamente, nel 2017 la sua produzione ha raggiunto 149 milioni di tonnellate o 330 miliardi di libbre (4). L'Unione Europea (UE-27) è di gran lunga il maggior produttore di orzo, seguita da Russia e Australia. Gli Stati Uniti sono il settimo produttore mondiale di orzo (5). Negli Stati Uniti, nel 2020 sono stati raccolti 2,2 milioni di acri o 0,89 milioni di ettari di orzo con una resa media di 77,2 bushel/acro o 5,19 tonnellate/ettaro, mentre la produzione totale nel 2020 è stata di 170,8 milioni di bushel o 3,7 milioni di tonnellate (6).
L'orzo è un cereale e appartiene alla famiglia delle Poaceae. Si può trovare con i nomi di orzo comune, orzo da granella e orzo cereale. La pianta può crescere in diverse condizioni ambientali e climatiche (aree temperate, subartiche o subtropicali). Si tratta di una pianta erbacea annuale microterma C3 (Vitkauskaite e Venskaityte, 2011), la cui altezza varia da 2 a 4 piedi o da 0,6 a 1,2 m (Ball et al., 1998). Il culmo è eretto con foglie alterne e lisce, mentre i nodi e gli internodi sono privi di peli. Le cariossidi dell'orzo sono prodotte su un'infiorescenza a spiga lunga da 2 a 10 cm, con gruppi di tre spighette dotate di setole (chiamate reste). Le reste (o ariste) possono essere assenti in alcune varietà ma, quando sono presenti, possono raggiungere i 15,2 cm di lunghezza (Radford et al., 1968).
Il culmo dell’orzo non si distingue dagli altri cereali microtermi, soprattutto prima della fioritura. Possiamo osservare il colletto fogliare per distinguerlo dai diversi cereali, come il frumento, la segale o l'avena. Nel caso dell'orzo, esso presenta due appendici sovrapposte che stringono il culmo, note come auricole (Ball et al., 1998).
Esistono due categorie principali di orzo, basate sulla disposizione delle spighette nella spiga. Più precisamente, osservando dall'alto una spiga di orzo esastico, si possono distinguere sei file di chicchi, tre per ogni lato del rachide. Nel caso dell'orzo distico, si sviluppa solo la cariosside della spighetta centrale, mentre le altre due laterali sono sterili. Osservata dall'alto, questa tipologia sembra avere solo due file di cariossidi (Carena et al., 2009).
L'orzo esiste in cultivar sia autunnali che primaverili. Le varietà autunnali vengono solitamente seminate in autunno per essere esposto alle basse temperature e completano il loro sviluppo nella primavera e nell'estate successive. Le varietà primaverili invece, non richiedono l'esposizione alle temperature invernali e possono essere seminate in primavera. Le autunnali di solito maturano prima di quelle primaverili. In generale, esistono tre principali sistemi di classificazione delle fasi fenologiche (Zadoks, Haun, Feekes). In base al sistema di Zadoks, l'orzo cresce attraverso le seguenti fasi (1)
- Germinazione
- Sviluppo fogliare
- Accestimento
- Levata
- Botticella
- Spigatura
- Fioritura
- Riempimento
- Maturazione
Valore nutrizionale e usi
Il sapore dell'orzo può essere considerato nocciolato e il suo valore nutrizionale è elevato. Più precisamente, è ricco di carboidrati, mentre la concentrazione di proteine, calcio e fosforo è moderata. L'orzo contiene inoltre piccole quantità di vitamine del complesso B.
Il valore nutrizionale di 100 g di orzo integrale (8)
- 334 kcal
- 10,6 g di proteine
- 2,1 g di grassi totali
- 60,8 g di carboidrati
- 14,8 g di fibra
- 50 mg di calcio
- 6 mg di ferro
- 91 mg di magnesio
- 380 mg di fosforo
- 4 mg di potassio
- 0,5 mg di sodio
- 3,3 mg di zinco
- 0,3 mg Tiamina (B1)
- 0,1 mg Riboflavina (B2)
- 0,6 mg di Vit. B6
- 50 DFE Folato
L'orzo può essere utilizzato
- Per il consumo umano. Per quanto riguarda l'uso per il consumo umano, l'orzo è un ingrediente fondamentale per le bevande alcoliche, come la birra e il whisky, e per le bevande analcoliche, come l’orzata e il tè d'orzo tostato. In Italia, l'orzo è anche un sostituto del caffè, il caffè d'orzo. In generale, l'orzo esastico è più adatto all'alimentazione animale, poiché ha un contenuto proteico più elevato, mentre l'orzo distico, che ha un contenuto zuccherino più elevato, è più adatto alla produzione di malto. L'orzo viene coltivato in molte aree del mondo per motivi culturali ed economici, grazie al suo impiego nella produzione di malto.
- Come foraggio. L'orzo è una pianta molto competitiva che matura rapidamente e può essere raccolta come foraggio in circa 58-65 giorni. Data la brevità del periodo vegetativo, in alcuni ambienti l'orzo potrebbe essere piantato per una doppia coltura. Le varietà di orzo sviluppate per il foraggio sono generalmente arestate e possono essere raccolte a uno stadio di maturazione più tardivo (maturazione lattea) rispetto alle varietà da granella. Le varietà di orzo da foraggio possono essere distiche o esastiche (12).
- Come cover crop (9). L'orzo può essere utilizzato anche per contrastare l'erosione del suolo. Ciò avviene perché l'orzo invernale sviluppa un sistema di radici profonde nel terreno, proteggendolo dal vento e dalla pioggia, fattori che contribuiscono all'erosione. Questo è uno dei motivi per cui l'orzo viene spesso utilizzato come cover crop per le stagioni fredde. Inoltre, rilascia azoto nel terreno.
- Come ornamentale. Una nuova varietà variegata stabilizzata di H. vulgare, indicata come H. vulgare variegate) (10).
In Inghilterra è usato anche come antialghe (11), mentre qualche anno fa era usato come unità di misura (la definizione legale di un pollice era di tre chicchi d’orzo) (Long, 1842).
Storia, informazioni sulla pianta e valore nutrizionale dell’orzo
Principi di selezione della migliore varietà di orzo
Orzo Preparazione del terreno, requisiti del terreno e requisiti della semina
Requisiti e metodi di irrigazione dell’orzo
Requisiti e metodi di fertilizzazione dell’orzo
Parassiti e malattie dell’orzo
Resa, raccolta e stoccaggio dell’orzo
Gestione delle infestanti nella coltivazione dell’orzo
Riferimenti
- https://extension.umn.edu/growing-small-grains/spring-barley-growth-and-development-guide#growth-timeline-and-process-791511
- https://www.britannica.com/plant/barley-cereal
- https://www.thoughtco.com/fast-facts-about-mesopotamia-119955
- https://www.fao.org/faostat/en/#data/QCL
- https://www.statista.com/statistics/272760/barley-harvest-forecast/
- https://www.nass.usda.gov/Statistics_by_Subject/result.php?1D276BD8-3324-3051-B34F-5ED84AE56A38§or=CROPS&group=FIELD%20CROPS&comm=BARLEY
- https://www.webmd.com/vitamins/ai/ingredientmono-799/barley#:~:text=People%20often%20eat%20the%20grain,to%20support%20these%20other%20uses.
- https://knowledge4policy.ec.europa.eu/health-promotion-knowledge-gateway/whole-grain-nutritional-value-whole-2_en
- https://plants.usda.gov/DocumentLibrary/plantguide/pdf/pg_hovu.pdf
- http://www.loghouseplants.com/images/catgrass2.pdf
- https://web.archive.org/web/20030408210226/http://www.btny.purdue.edu/Pubs/APM/APM-1-W.pdf
- https://www.academia.edu/32662285/Barley_Grain_and_Forage_for_Beef_Cattle_Energy_and_Protein_Content_of_Feed_Barley
- Badr, A., Müller, K., Schäfer-Pregl, R., El Rabey, H., Effgen, S., Ibrahim, H., et al. (2000). On the origin and domestication history of barley (Hordeum vulgare). Mol. Biol. Evol. 17, 499–510. doi: 10.1093/oxfordjournals.molbev.a026330
- Ball, D.M., Hoveland, C.S. and Lacefield, G.D. (1998). Southern forages. 2nd ed. Potash and Phosphate Inst. and Foundation for Agronomic Research, Norcross, GA.
- Carena, M.J. (2009). Handbook of plant breeding: cereals. 1st ed. Springer, New York.
- Harlan, J.R. (1979). On the origin of barley. In: Barley: origin, botany, culture, winter hardiness, genetics utilization, pests. USDA Agriculture Handbook 338. Washington, DC.
- Long, G. (1842). “The Penny Cyclopædia of the Society for the Diffusion of Useful Knowledge. Vol. 26, Ungulata – Wales”. The Penny Cyclopædia of the Society for the Diffusion of Useful Knowledge. C. Knight. p. 436.
- Radford, A.E., Ahles H. F., and Bell, C. R. (1968). Manual of the vascular flora of the Carolinas. Univ. of North Carolina Press, Chapel Hill.
- Vitkauskaite, G., Venskaityte, L. (2011) Differences between C3 (Hordeum vulgare L.) and C4 (Panicum miliaceum L.) plants with respect to their resistance to water deficit. Žemdirbystė=Agriculture,vol.98,No.4,p.349‒356.